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“Io non sono un artista, io sono un fotografo”. Così Simone si è definito tempo fa durante una discussione sulla definizione dei ruoli.
Simone sperimenta, fa suo il linguaggio del reportage e poi, non accontentandosi, usa la macchina fotografica come una scatola di acquarelli, muovendola, danzandoci insieme, dando vita a figure leggere e mondi irreali. Simone usa il proprio cuore prima dell’obiettivo, si diverte a fermare attimi di realtà paradossale, prende dal mondo il buono e l’ironico per mostrarlo agli altri. Le sue foto non sono mai immagini rubate con violenza, ma una ricerca visiva che prima di tutto è una necessità umana, un tentativo di stabilire un contatto, una crescita interiore prima che professionale. Se questo non fa di lui un artista, allora dirò: per fortuna che Simone è un fotografo.
Annalisa Bergo, responsabile curatela Spirito Italiano e Fabbrica Borroni.

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